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Craco, il paese fantasma
Craco è un centro in provincia di Matera che dista 54 km dal capoluogo.
Le prime tracce di una frequentazione umana nell'area di Craco sono
alcune tombe risalenti all'VIII a.C. rinvenute in località S.Angelo.
Come altri centri vicini, è probabile che abbia offerto riparo ai
coloni greci di Metaponto, quando questi si sono trasferiti in
territorio collinare, forse per sfuggire alla malaria che imperversava
nella pianura. Craco successivamente è stata un insediamento bizantino.
Nel X secolo, monaci italo-bizantini hanno cominciato a sviluppare
l'agricoltura, diventando un punto di riferimento per le comunità
rurali locali.
La prima testimonianza del nome del paese risale al 1060, quando il
territorio viene sottoposto all'autorità dell'arcivescovo Arnaldo di
Tricarico e citato con il nome Graculum, ovvero “piccolo campo arato”.
In epoca normanna il feudo di Craco viene assegnato a Erberto
(1154-1168) e successivamente a Roberto di Pietrapertosa (1176-1179);
in epoca sveva il paese, grazie alla propria posizione strategica,
diviene un importante centro militare e viene affidato a Goffredo
(1239).
Nel 1276 Craco diventa sede di una Universitas, ovvero un Comune.
La fortuna del paese si deve, come si accennava, alla sua posizione
strategica tra le valli fluviali del Cavone e dell'Agri, in passato
navigabili, vie privilegiate per chiunque volesse attraversare la
Basilicata interna: infatti la torre di Craco costituiva, assieme ad
altre
fortificazioni della zona come la Petrolla di Montalbano, il castello
normanno-svevo di Pisticci ed il castello di
San Basilio, una rete di torri di avvistamento in grado
di garantire il controllo assoluto dell'intera zona.
Con la salita al trono di Carlo I d'Angiò (1268) Craco viene infeudata
a Pietro de Beaumont.
In seguito si avvicendano al potere le più potenti famiglie del
Medioevo: i Monforte (fine del XIII sec.), i Del Balzo, gli Sforza (XV
sec.), i Sanseverino (XVI sec.).
Nel 1799 la popolazione aderisce agli ideali repubblicani sollevandosi
contro il potere dei nobili feudatari ma la ribellione viene soffocata
nel sangue dalle truppe del Cardinale Ruffo presso palazzo Carbone.
Nel XV secolo, la città si espande intorno a quattro palazzi nobiliari:
- Palazzo
Maronna, vicino al
torrione che domina il
paese, è
caratterizzato da un bell'ingresso monumentale in mattoni e da un
grande balcone terrazzato
- Palazzo
Grossi, vicino alla Chiesa
Madre, ha
un alto portale architravato, privo di cornici.
I piani superiori sono
coperti da volte a vela e decorati da motivi floreali racchiusi
all'interno di medaglioni.
Parte delle finestre e dei balconi
conservano ringhiere in ferro battuto
- Palazzo
Carbone, edificio della
fine del '400, ha un ingresso monumentale.
Nel Settecento è stato
rinnovato ed ampliato
- Palazzo
Simonetti
Sono
inoltre ancora visibili
i ruderi di un torrione, chiamato dagli abitanti di Craco “il
castello”, della chiesa di di San Nicola, della chiesa e del convento
di San Pietro nonché della sorgente del lago Salso.
A causa di una frana di vaste proporzioni, nel 1963 Craco è stata
completamente evacuata e la popolazione si è trasferita a valle, in
località Craco Peschiera.
Allora il centro contava oltre 2000 abitanti.
La frana che ha obbligato la popolazione ad abbandonare le proprie case
sembra essere stata provocata da interventi infrastrutturali a servizio
dell'abitato.
Da quel momento Craco è diventato un vero e proprio paese
fantasma, uno dei rari esempi in Italia, e da alcuni decenni entusiasma
viaggiatori e numerosi registi che hanno scelto proprio il centro
lucano per girare alcune scene dei loro film:
- La lupa di Alberto Lattuada
- Cristo si è fermato a Eboli
di Francesco Rosi: nell'episodio
dell'arrivo di Volontè-Carlo Levi alla nuova destinazione di confino,
Gagliano.
Per l'occasione furono disposti sulle prime case del paese
degli stendardi a lutto, per ricreare lo scenario descritto nel libro.
- King David di Bruce
Beresford
- Saving Grace di Tom
Conti
- Il sole anche
di notte di Paolo e Vittorio Taviani
- Terra bruciata di
Fabio Segatori
- Nativity di
Catherine Hardwicke
- La passione di Cristo
di Mel Gibson:
gli esterni di questa pellicola furono girati prevalentemente a Matera;
Craco fu scelta dal regista come il paese che si vede sullo sfondo
nella scena dell'impiccagione di Giuda
- The Big Question
diretto da
Francesco Cabras e Alberto Molinari
- Nine Poems in Basilicata
di
Antonello Faretta
- Agente 007 - Quantum of Solace,
regia di Marc
Forster, con Daniel Craig e Giancarlo Giannini
- Basilicata coast to
coast, di Rocco Papaleo
I viaggiatori che si avventurano a Craco si trovano immersi in
un'atmosfera a dir poco surreale, circondati dal paesaggio lunare dei
“calanchi” resi celebri dal “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo
Levi;
olivi secolari misti a cipressi antichissimi sono dal lato del paese
verso lo scalo, quest'ultimo sulla ferrovia calabro lucana da questo
lato divelta e abbandonata.
I nomi delle contrade vicine evocano un
passato intenso e misterioso:
- "Canzoniere":
prende il nome da un'antica taverna posta lungo un
tratturo un tempo molto frequentato. Secondo una leggenda la taverna
era gestita da una donna molto avvenente, una sorta di Circe contadina
che una volta sedotti i malcapitati avventori, li uccideva e li metteva
sotto aceto, facendone il piatto forte della sua taverna
- "San
Lorenzo": un'antica fontana a volta, sulla via verso il fiume Cavone,
dove palme altissime convivono con gli olivi sullo sfondo di masserie
che sono capolavori dell'arte costruttiva rurale dei secoli passati,
austere e solari, arroccate e nel contempo aperte al territorio, come
quelle "Galante" e "Cammarota", disposte su due livelli: gli archi che
reggono la scala esterna e i terrazzi sembrano spalti difensivi
- "Sant'Eligio":
protettore dei maniscalchi, trova a Craco un tributo che
va al di là della semplice menzione toponomastica, con la sua cappella
magnificamente affrescata, probabilmente del '500, con scene di santi
intorno a un Cristo che pur crocifisso resta Pantocratore
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